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Il principe degli impressionisti Catturare il volto mutevole della realtà
Chiamato il “principe degli impressionisti”, Claude Monet (1840–1926) rivoluzionò le aspettative circa il fine della pittura su tela. Rompendo con la tradizione artistica dei secoli precedenti, cercava di rendere non solo la realtà ma l’atto di percepirla. Lavorando en plein air con pennellate rapide e impetuose, studiava il gioco della luce sui colori, i motivi decorativi e i contorni delle cose e il modo in cui tali impressioni visive colpiscono l’occhio. L’interesse di Monet per questo spazio tra il soggetto e l’artista abbracciava anche la natura effimera di ogni immagine che vediamo. Nella sua amata serie di ninfee, come nei dipinti dei pioppi, dei covoni e della cattedrale di Rouen, l’artista tornava a raffigurare lo stesso soggetto in diverse stagioni, condizioni atmosferiche e ore del giorno, per esplorare la costante mutevolezza visiva del nostro ambiente. Questo libro offre un’introduzione essenziale a un artista la cui opera rifletteva al tempo stesso sul fine della pittura e sul trascorrere del tempo, riuscendo in tal modo a trasformare irrevocabilmente il corso della storia dell’arte.
La collana: Ciascun volume della collana Basic Art di TASCHEN comprende:
Christoph Heinrich ha studiato storia dell’arte, teatro e letteratura tedesca a Vienna e a Monaco. Dal 1994 al 2007 ha lavorato presso la Hamburger Kunsthalle, dove è stato nominato curatore della Galerie der Gegenwart nel 1997. Dal 2007 è curatore di arte moderna e contemporanea al Denver Art Museum. È inoltre autore di numerosi scritti sull’arte del Novecento e sull’arte contemporanea.
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