Il tuo carrello è vuoto!
Questo volume è a metà prezzo perché è in offerta speciale o presenta lievi ammaccature o piccoli difetti dovuti al trasporto o all'esposizione in libreria. Per maggiori informazioni potete scrivere a: info@libri.it
"Stigmate interroga laicamente il senso del peccato, la presa di coscienza verso la sofferenza altrui che provochiamo con i cattivi comportamenti, e insieme rilegge il peccato all’insegna della tradizione, mantenendo un equilibrio sottile." - Francesco Boille su Internazionale.
Quarantun anni, orfano, forte bevitore, occupato saltuariamente, si mantiene facendo il barista e vendendo sottobanco sigarette di contrabbando. È questo, per sommi capi, il ritratto dell’anonimo uomo che un giorno riceve in sogno una strana rivelazione e si risveglia sanguinando dalle palme delle mani. Un balordo collerico puzzolente di alcol, senza un preciso scopo nella vita, sembrerebbe l’ultima persona al mondo meritevole di ricevere le ferite dei santi. Lui stesso si ribella quando qualcuno parla di stigmate, i medici sono convinti che si ferisca da solo, i clienti del bar si lamentano delle macchie che lascia sui bicchieri, il suo datore di lavoro lo considera malato e lo guarda con raccapriccio. In compenso, i vicini di casa vanno a omaggiarlo in processione con santini e ceri votivi. “Quale sarà il disegno di Dio, in tutto questo?” si domanda il lettore fin dall’inizio, e se lo chiede anche il protagonista dopo che l’inspiegabile “miracolo” lo ha portato alla rovina. A causa di questo “dono”, infatti, finisce per perdere il lavoro e la sua casa viene distrutta dal fuoco delle candele offerte dai suoi adoratori. “Siamo robaccia destinata a marcire” mormora l’uomo, sconfitto, crollando lungo la strada. Una sentenza di condanna che alla fine verrà ribaltata. Stigmate è una sorta di mistero medievale ambientato in un contemporaneo contesto urbano che appare via via più minaccioso, degradato e terribile, popolato da una serie di figure marginali, tra cui individui rapaci, disonesti e violenti ma anche creature fragili e sventurate. In perfetto connubio con il testo poetico e aspro di Claudio Piersanti, la vicenda prende corpo nelle illustrazioni in bianco e nero di Mattotti, qui quanto mai materiche, sporche, realizzate mediante tratti nervosi di pennino che portano il nero a emergere con forza, spesso con furia, dalla pagina bianca, come grovigli di linee da cui, anticipando lo stile di Hansel & Gretel e Oltremai, affiorano figure, volti, paesaggi. Una storia intrisa di religiosità, in cui l’esistenza di un uomo, dalla caduta alla rinascita, passando per una felicità temporanea tragicamente perduta, assurge a moderna parabola sul valore di ogni essere umano. Una parabola che insegna come, toccando il fondo del proprio personale inferno, a chiunque sia dato risollevarsi fino alla salvezza, anche agli individui che vivono ai margini della società – evangelicamente, gli ultimi destinati a essere i primi. Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi e adattato per il cinema dal regista spagnolo Adán Aliaga nel 2010 con il titolo Estigmas, Stigmate viene oggi ripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un percorso editoriale che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista.
Lorenzo Mattotti vive e lavora a Parigi. Terminati gli studi di architettura, pubblica i suoi primi fumetti alla fine degli anni ’70 e, all’inizio degli anni ’80, fonda con altri artisti il collettivo Valvoline. Nel 1984 realizza Fuochi, che viene accolto come un evento nel mondo del fumetto e si aggiudica importanti premi internazionali. Il suo lavoro, da Incidenti a Stigmate, passando per Signor Spartaco, Doctor Nefasto, L’uomo alla finestra e numerosi altri titoli, evolve nel segno costante di una grande coerenza e, al contempo, dell’eclettismo di un artista che sceglie di esplorare continuamente nuovi territori. Oggi i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, mentre i disegni appaiono su riviste e quotidiani quali The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Süddeutsche Zeitung, Le nouvel Observateur, Corriere della Sera e la Repubblica. Nell’ambito della moda e del design, Mattotti interpreta i modelli dei più noti stilisti sulla rivista Vanity e, nel 2010, realizza tutte le copertine del mensile Domus. Illustra vari libri per l’infanzia, tra cui Pinocchio ed Eugenio, che nel 1993 si aggiudica il Grand Prix di Bratislava, uno dei massimi riconoscimenti nel settore dell’editoria per ragazzi. Realizza copertine, campagne pubblicitarie e manifesti, tra gli altri per il Festival di Cannes, nel 2000, e per l’Estate Romana. Nel 2002 pubblica Jekyll & Hyde e nel 2003 Il rumore della brina, entrambi per Einaudi e, nello stesso periodo, I manifesti di Mattotti (2002) e Angkor (2003) per Nuages; nel 2008 escono Appunti sul paesaggio per Tricromia e Le avventure di Pinocchio per la collana “I Millenni” di Einaudi; nel 2009 pubblica, per Orecchio Acerbo/Gallimard, Hansel e Gretel, le cui incredibili illustrazioni affiancano i testi di Neil Gaiman nell’edizione americana. Nel 2010, da una collaborazione con Lou Reed nasce l’opera The Raven (Il corvo, Einaudi, 2012). Mattotti lavora anche per il cinema: nel 2004, contribuisce al film Eros di Wong Kar-wai, Steven Soderbergh e Michelangelo Antonioni, curando i segmenti di presentazione di ogni episodio; nel 2007 realizza uno dei sei episodi del film d’animazione collettivo Peur(s) du noir – Paure del buio; nel 2011 lavora alle sequenze animate del film di Charles Nemes, Il était une fois... peut-être pas e nel 2012 porta a termine gli sfondi e i personaggi del film d’animazione Pinocchio di Enzo D’Alò. Nel 2012 #logosedizioni inaugura la collana “Works”, con un primo volume dedicato alle illustrazioni a pastello, seguito dal volume dedicato al mondo della moda. Nel 2013, sempre per #logosedizioni, esce l’opera visionaria Oltremai che viene esposta alla Pinacoteca di Bologna. Nel 2014 realizza Vietnam per la collana “Travel Book” di Louis Vuitton e nel 2017 torna a collaborare con Jerry Kramsky, realizzando un nuovo graphic novel dal respiro epico, Ghirlanda (#logosedizioni). Ghirlanda vince il premio Gran Guinigi durante l’edizione 2017 di Lucca Comics & Games. Numerose le sue esposizioni personali, tra cui l’antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Frans Hals Museum di Haarlem, ai Musei di Porta Romana di Milano, fino alle più recenti, la retrospettiva Sconfini (2016–2017) e Covers for The New Yorker (2018), per le quali #logosedizioni ha curato i cataloghi. Nel 2018 #logosedizioni inaugura una nuova collana che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del Mattotti fumettista, a partire da L’uomo alla finestra e Stigmate. Recentemente Lorenzo Mattotti ha diretto il lungometraggio di animazione La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dal romanzo omonimo di Dino Buzzati, uscito nell’ottobre del 2019 e presentato al Festival di Cannes 2019 nella selezione “Un certain regard”. L’universo di Mattotti spazia ormai, senza soluzione di continuità, tra fumetto, pittura, illustrazione e cinema d’animazione. Con #logosedizioni ha pubblicato La stanza, Mattotti Works 1, Oltremai, Stanze, Venezia - limited edition, Venezia - Scavando nell’acqua, Mattotti Works 2 - Moda/Fashion, Nell’acqua, Oltremai - trade edition, Sconfini, Ghirlanda, Blind, Covers for the New Yorker, L’uomo alla finestra, Stigmate , Caboto, Lettere da un tempo lontano e La zona fatua.
Claudio Piersanti nasce nel 1954. Nel 1978 si laurea in Filosofia presso l’Università di Bologna e nel 1981 pubblica con Feltrinelli il suo primo romanzo, Casa di nessuno, cui segue Charles (Lavoro editoriale e Transeuropa 1986, 1989; Feltrinelli UE 2000). Vive per quasi vent’anni tra Bologna e Padova, lavorando a lungo come giornalista specializzato nella divulgazione delle scienze neurobiologiche e dirigendo per dieci anni un mensile di neurobiologia destinato ai medici. Per diversi anni è direttore responsabile de la Rivista dei libri, edizione italiana della New York Review of Books. Nel frattempo continua a pubblicare diversi titoli con Feltrinelli, tra cui la raccolta di racconti L’amore degli adulti (1989; successivamente riproposta in edizione ampliata, Feltrinelli UE I998 e successive ristampe) e i romanzi Gli sguardi cattivi della gente (1992), Luisa e il silenzio (1997, vincitore del Premio Viareggio e del Premio Vittorini, ristampato più volte), L’appeso (2000), Il ritorno a casa di Enrico Metz (2006, Premio Napoli, Premio Campiello Selezione Giuria dei Letterati, Premio Frontino-Montefeltro, Premio Alassio 100 libri – un autore per l’Europa), I giorni nudi (2010) e Venezia, il filo dell’acqua (2012, prima edizione privata del Consorzio Venezia Nuova, 2009). Realizza svariate sceneggiature per il fumetto e il cinema, collaborando con Lorenzo Mattotti e Carlo Mazzacurati. Di prossima uscita è il suo nuovo romanzo La forza di gravità, sempre per i tipi di Feltrinelli. I suoi libri sono tradotti in numerose lingue.
#ILLUSTRATI #logosedizioni
Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi, Stigmate viene oggi ripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un progetto editoriale che ripercorre l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista. Preceduta nel 2017 dalla pubblicazione di Ghirlanda, opera vincitrice del Gran Guinigi 2017 che ha segnato il ritorno di Mattotti al fumetto dopo quasi quindici anni, la collana è stata inaugurata lo scorso marzo con l’uscita del volume L’uomo alla finestra. Stigmate inizia con un sogno, motivo da sempre particolarmente caro a Mattotti. Nella visione onirica, un misterioso bambino promette a un uomo la prossima fine della sua vita disgraziata. Al suo risveglio, l’uomo sanguina copiosamente dalle palme delle mani. È l’inizio di un incubo: i medici sono convinti che sia un mitomane che si ferisce da solo, il suo datore di lavoro lo guarda con ribrezzo, i clienti del bar dove è impiegato si lamentano delle macchie di sangue che lascia sui bicchieri. Per contro, schiere di adoratori gli fanno visita con offerte votive pregandolo di guarire i propri mali e quelli dei propri cari. Ma lui li scaccia e non vuol sentir parlare né di miracoli né di stigmate. Del resto, cosa può avere in comune un uomo come lui con i santi? Non è altro che un quarantenne balordo, collerico e puzzolente di alcol, che si mantiene lavorando in un bar dove vende sottobanco sigarette di contrabbando e di tanto in tanto si accoppia bestialmente con donne che vivono allo sbando come lui. Per di più quello che ha ricevuto è tutt’altro che un dono: ben presto le stigmate lo porteranno alla rovina. Viene infatti licenziato e lascia il bar non prima di aver fracassato ogni cosa e aver tramortito il suo datore di lavoro. Nel frattempo la sua casa brucia, incendiata da uno dei ceri lasciati dai suoi devoti. Così alla fine l’uomo si ritrova in mezzo alla strada, senza più un lavoro né un posto dove stare. “Perché Dio ha deciso di farmi impazzire?” si domanda, e conclude sconsolatamente che “siamo robaccia destinata a marcire”. Inizia così a condividere il destino dei senzatetto e di altri emarginati in una città sempre più minacciosa e ostile, finché la violenza che lo circonda raggiunge il culmine quando un gruppo di delinquenti dà fuoco a un migrante. È il momento di lasciarsi alle spalle tutto questo, così l’uomo decide di mettersi in cammino per andare a chiedere aiuto a uno zio giostraio. Dopo molte ricerche, scopre che lo zio è in carcere ma la compagnia di giostrai con cui lavorava gli offre comunque un impiego come uomo di fatica. Tra i suoi nuovi colleghi trova l’amore, una ragazza dolce e fragile di nome Lorena che diventerà sua moglie, e decide di mettere a frutto il suo ‘dono’, trasformandosi in una specie di santone che promette guarigioni in cambio di denaro. Sembra dunque profilarsi un lieto fine per questa vicenda, finché la situazione si ribalta nuovamente: le ferite cominciano a richiudersi, i giostrai divengono ostili nei suoi confronti ritenendolo responsabile di una perquisizione della polizia e infine compare il suo ex datore di lavoro in compagnia di un paio di sgherri per prendersi la sua vendetta. Gli sgherri violentano Lorena sotto gli occhi del marito mentre il suo vecchio capo lo riempie di botte e infine spezza il braccio alla donna. Convinta di aver ricevuto la giusta punizione per i suoi peccati, quest’ultima si chiude in sé stessa e sviluppa una forma ossessiva di devozione religiosa. La natura asseconda il precipitare degli eventi e porta con sé una nuova tragedia: durante una burrasca, Lorena annega nelle acque di un torrente esondato. Di nuovo, il protagonista della storia ha perso tutto. Anche la voce. A prendere la parola è infatti una suora che porta avanti la storia sulle pagine del suo diario. La religiosa racconta che l’uomo sembra chiuso in un proprio altrove, disinteressato a chiunque e a qualunque cosa. Ma lei non perde la fiducia e a poco a poco l’uomo torna in contatto con i suoi simili, dimostrandosi capace di generosità e compassione. La suora decide quindi di donargli un libro di preghiere, che gli permetterà di portare a compimento il suo cammino di redenzione. Lasciato il ricovero, l’uomo si dedica a opere di bene, offrendo il proprio aiuto ai senzatetto e ad altre persone rimaste ai margini della società. In questa nuova pubblicazione di #logosedizioni, le tavole di Stigmate sono arricchite da due testi inediti in Italia, firmati rispettivamente da Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti. Al lettore viene così offerta la possibilità di approfondire la gestazione del lavoro e di ricavarne spunti e chiavi di lettura. Dalla prefazione di Lorenzo Mattotti apprendiamo come il libro, pubblicato per la prima volta dall’editore francese Autrement, segni l’intersezione tra i percorsi che i due autori stavano compiendo autonomamente. Il loro incontro risale al 1989 ed è frutto di una fortunata casualità: trovandosi a Parigi, un giorno Piersanti acquista diverse serigrafie di Mattotti presso una libreria italiana e viene informato dal libraio che a sua volta l’artista ha appena comprato un suo libro nello stesso negozio. Su commissione di un piccolo editore tedesco, Mattotti in quel periodo stava lavorando sulla condizione di miseria dei senzatetto traducendo la perdita di dignità che li affligge nella posizione che assumono, raggomitolati sui marciapiedi, mentre Piersanti approfondiva temi religiosi mettendo a fuoco la storia di un uomo dalle mani sanguinanti, un modesto impiegato d’ufficio. Nell’incontro tra i due autori, le due figure si sovrappongono: l’uomo con le stigmate di Piersanti assume i tratti di uno dei senzatetto alcolizzati di Mattotti e diviene il protagonista di una sorta di mystery play contemporaneo, una storia di redenzione e riscatto ambientata in un contesto urbano in condizioni di degrado materiale e morale. Nella vicenda trovano sbocco le interminabili discussioni tra Mattotti e Piersanti sui temi della spiritualità e del misticismo: pur non essendo credenti nel senso cattolico del termine, entrambi nutrono interesse per la religione, alla quale rivolgono uno sguardo critico. Degno di nota è il fatto che la Chiesa accolga positivamente il lavoro: del resto il tema della redenzione è centrale nel cristianesimo ed è scritto nel vangelo di Luca che “vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti”. Inoltre, il protagonista di questa graphic novel ha più di un tratto in comune con Cristo: oltre a ricevere le stigmate, affronta a sua volta un calvario, nel corso del quale rivolge un’accorata domanda al creatore. E alla fine anche lui diffonderà un messaggio di speranza tra gli umili. La preghiera che rappresenta il suo ultimo passo verso la redenzione è stata scritta da Piersanti attingendo a fonti religiose quali il Canto del Servo sofferente (Isaia, IV canto), il Dialogo di Caterina da Siena e gli scritti di santa Teresa di Lisieux. La vicenda del protagonista senza nome – che fa pensare a Everyman, il morality play inglese del tardo XV secolo – ci insegna che, dopo la caduta, ogni persona (la P. con cui la suora si riferisce al protagonista potrebbe essere proprio l’iniziale di “persona”) può ritrovare sé stessa e risalire. Come scrive Mattotti, le stigmate rivelano al personaggio il talento che ha in sé e che non vuole vedere, una cosa che vale per tutti. La storia di Stigmate è quella del viaggio fisico e interiore che conduce un uomo ad accettare questo talento, ad accettarsi e a vivere insieme agli altri. Se da un lato i riferimenti religiosi abbondano nel testo, il cui linguaggio attraversa vari registri – dai colloquialismi volgari allo stile poetico, a quello liturgico – nelle sue immagini Mattotti porta avanti l’esplorazione del bianco e nero avviata con L’uomo alla finestra ma in uno stile ben diverso. Mentre nella graphic novel scritta insieme a Lilia Ambrosi il tratto era leggero, tremolante, talvolta perfino evanescente, con il bianco a occupare buona parte delle tavole, qui il pennino si muove nervosamente e il nero domina pressoché incontrastato le immagini che appaiono quanto mai materiche, convulse, sporche. Il nero emerge con forza, spesso con furia, dalla pagina bianca, con grovigli di linee da cui affiorano figure, volti, paesaggi. Lo stesso Mattotti dichiara di aver disegnato questa storia “a unghiate, rovi aguzzi e scarabocchi, perché la vita del protagonista non è stata altro che questo: una foresta di filo spinato arida e confusa”. Le immagini sono altresì capaci di spaziare dall’inferno – con scene di grande violenza in cui niente ci viene risparmiato, come nell’episodio in cui a Lorena viene spezzato il braccio e sembra quasi di avvertire fisicamente la rottura dell’arto – al paradiso, con le scene più luminose e mistiche. Una storia intrisa di religiosità, in cui l’esistenza di un uomo, dalla caduta alla rinascita, passando per una felicità temporanea tragicamente perduta, assurge a moderna parabola sul valore di ogni essere umano. Una parabola che insegna come, toccando il fondo del proprio personale inferno, a chiunque sia dato risollevarsi fino alla salvezza, anche agli individui che vivono ai margini della società – evangelicamente, gli ultimi destinati a essere i primi.
Francesca Del Moro
Valutazione:
Inserisci il codice nel box sottostante: